venerdì 10 febbraio 2012

Resoconto campagna Warhammer Fantasy Roleplay II edizione, 2012

Questo è grossomodo il resoconto della prima sessione della campagna che si è svolta ieri sera 09/02/2012.

Il tileano Adriano Fabris, più abile di lingua che di spada, sorseggiava la sua zuppa alla locanda di strada di Fort Hund. Accanto a lui il rude arciere Albrecht, un uomo del Talabecland che stava sotto la sua protezione. Quando la porta si spalancò un vento gelido riempì la sala entrando nelle ossa degli astanti. Tra le imprecazioni generali entrarono alcuni strani viaggiatori: un uomo dalla muscolatura eccezionalmente possente avvolto in un mantello nero, una figura dall'aspetto affabile ma dal volto butterato e due norsmanni, l'uno dal portamento fiero da signore, l'altro un rozzo contadino armato di correggiato. L'unico tavolo libero della taverna li costrinse a sedere tutti assieme.

L'uomo enorme col mantello nero era venuto lì per uno scopo ben preciso, parlò a tu per tu con Albert, il cameriere della taverna. Seppe in questo modo che una guardia fluviale pochi giorni fa gli aveva confessato che il bandito che terrorizza il fiume Salz è qualcosa di più inquietante rispetto a quello che si crede.

Dopo poche chiacchere e qualche tiro di dado entrò Korbad Asciascura, il nano a guardia del caravanserraglio. Aveva un importante e tragica notizia da esporre: "La strada a est per il fiume Salz è pericolosa, da dieci giorni hanno iniziato le sparizioni di boscaioli e traghettatori. Le loro barche sono state rovesciate, i loro corpi mai trovati. C'è stato un ritorno di numerose genti verso i villaggi, le abitazioni dei traghettatori a ridosso del fiume si sono svuotate. L'aggressore è stato rinominato bandito diavolo, nessuno lo ha mai visto e sembra agire da solo".

Anche Thiade il pazzo, un cacciatore che è stato assoldato come guardia di Fort Hund, prese la parola. È sconvolto, due giorni fa vide un'ombra e fuggì, il suo racconto concitato pareva non avere un senso compiuto, si alzò in piedi urlando. L'oste venne per calmarlo, ma gli strani avventori volevano sapere di più. Non ne ricavarono comunque niente di utile. L'oste disse loro che c'era un altro pazzo, tale Nonno Tall, un fanatico che viveva in simbiosi con la natura e non voleva fuggire dal pericolo del bandito diavolo.

Il norsmanno Markus Petterson, un proprietario terriero nobile di infimo rango, accompagnato da un suo bellicoso servo, da un cane e da un bue, era giunto in quel luogo per cercare Fabris, avvocato ciarlone di Portomaggiore, in taverna gli mostrò dei documenti e gli parlò del suo problema.

"Il Liscio", l'uomo dal volto butterato, era un cacciatore di skaven, esperto di fogne e di sotteranei in generale, un guerriero temprato da decine di scontri in ambienti claustrofobici e mortali.

Albrecht di Talabecland era un arciere e fabbricante d'archi, teneva la barba di due giorni e aveva perso gran parte dei suoi rossi capelli in gioventù.

Kajetan era un cacciatore di taglie middenlandese con un peculiare naso rotto, risultati di molte scazzottate con vari delinquenti ricercati. Dal carattere scontroso e solitario, copriva la sua enorme massa di muscoli con una palandrana nera come la pece.

Tutti insieme decisero di dare la caccia al bandito per ritirare la taglia. Dopo alcuni discorsi e bevute andarono tutti a dormire. L'uomo col mantello nero scelse di dormire nella stalla accanto a un bue.

La mattina seguente Thiade accompagnò il gruppo fuori dalla porta est. Era una mattina serena ma il freddo era pungente. Il vento sferzante torturava i volti del piccolo gruppo. Costeggiando la Foresta delle Ombre andarono verso la riva del fiume Salz, dove sapevano sorgere "Le spelonche", delle falesie rocciose che costeggiavano il fiume per un tratto. Per la strada era tutto tranquillo, Liscio e Kajetan formarono l'avanguardia, avanti al resto del gruppo di cinquanta metri furono i primi a sentire il rumore del fiume Salz e a scorgere le abitazioni dei traghettatori. Un camino acceso attirò la loro attenzione ma, malgrado la loro insistenza, l'ultimo traghettatore rimasto in quel luogo non gli aprì la porta né risposte alle loro domande, anzi, li minaccio con una balestra carica dallo guardiola della porta. Qualcosa attirò l'attenzione di Liscio, più avanti nell'erba qualcosa brillava alla luce del sole mattutino. Si avvicinò per vedere meglio e trovò un simbolo di Sigmar in rame, un oggetto di buona fattura. Al suo interno passava ancora una catenina schiantata. Quando il resto del gruppo arrivò notò subito una stranezza. Sul letto del fiume, in prossimità del rinvenimento del simbolo sacro, c'erano segni di lotta e zolle di terra strappate. Qualcuno doveva essere stato trascinato in acqua, i solchi nel terriccio molle indicano le sue mani e le sue ginocchia, aveva fatto resistenza ma aveva avuto la peggio. Malgrado questo dell'aggressore non v'era traccia alcuna. Un velo di inquietudine ricoprì le menti del gruppo, soprattutto quella di Fabris, uomo di legge poco portato all'avventura. Il gruppo addocchiò una barca abbandonata ormeggiata poco lontano, ma la giudicò priva di utilità, il fiume era in piena viste le recenti nevicate e nessuna sapeva guidarla come si deve. Sfondarono le porte di un'abitazione e di un magazzino, dopo aver rubato una coperta incerata si diressero verso le spelonche. L'avanguardia arrivò per prima notando che le ripide falesie sarebbero state perfette per un agguato. All'ingresso, dopo un terreno collinare, stavano due pali, uno sormontato da un teschio umano, l'altro dal teschio di un cervo senza corna, sotto stavano legate due ossa incrociate: un macabro avvertimento di pericolo. Decine di buchi grandi e piccoli costellavano le pareti rocciose, il bandito diavolo poteva essere ovunque. Camminando dietro alcune rocce, Liscio entrò dentro una grotta posta a livello del terreno trovando all'interno solo lische di pesce.Quando arrivarono gli altri il gruppo decise di visitare anche una grotta posta sei metri più in alto sulla parete di fronte. Liscio scalò la parete rocciosa con qualche difficoltà, quindi calò una corda per far montare tutti. All'interno c'erano lische di pesce e resti umani ammucchiati in un cumulo. Le ossa di almeno tre persone erano state ripulite attentamente da una creatura dotata di denti aguzzi e mortiferi. Fabris, che teneva la lanterna dietro a Liscio, ebbe un cedimento nervoso dovuto alla sua fobia dei morti viventi, uscì velocemente dalla grotte per prendere aria. In quel mentre il servo di Markus, Ragnar, urlò attirando l'attenzione del gruppo. Aveva visto qualcuno dietro le rocce. La tensione del gruppo era molto alto, i tiratori si prepararono restando indietro, Liscio, come sempre in prima linea malgrado le critiche di Fabris, sfoderò spada e pugnale avvicinandosi alle rocce che celavano lo sconosciuto. Un uomo con barba e capelli arruffati spuntò fuori dal nascondiglio. Aveva una tunica sdrucita e pellicce grezze di vari animali per ripararsi dal freddo. Una mano alzata mostrava il palmo, l'altra reggeva un bastone sormontato da una scultura di legno raffigurante la testa di un alce. Il vecchio disse di essere chiamato dalla gente di città "Nonno Tall" e di essere un eremita. Farneticando chiese al gruppo il motivo per cui aveva ignorato i suoi avvertimenti posti all'ingresso delle spelonche, li mise in guardia del pericolo di quel luogo e gli intimò di cercare la fede. Disprezzando i loro modi cittadini fornì loro anche importanti notizie sull'orrore ancestrale che celava il fiume Salz, un mostro proveniente dalle paludi del nord, qualcosa che neppure avrebbe dovuto solcare il suolo perché offendeva la natura. Dopo incalzanti domande si congedò andando per i boschi.

Il gruppo decise di proseguire verso una strozzatura delle falesie, questo stretto corridoio portava uno spiazzo roccioso e quindi nel bosco delle Ombre. Liscio e Albrecht andarono per primi, la loro vista aguzza li fece fermare appena in tempo. Un filo da pesca legato a una rete piena di ciottoli costruiva una rozza trappola che li avrebbe travolti facilmente. Lasciarono Ragnar indietro come retroguardia e, scavalcando la trappola, andarono verso la terza spelonca. Più grande delle altre, qui ossa di creature rachitiche e brachicefalo, in un primo tempo scambiate per bambini, erano poste ordinatamente ai lati della stanza. Un'infiltrazione d'acqua creava una pozzanghera al centro della sala. Queste ossa non avevano segni di denti. Nella stanza seguente, piccola e cilindrica, trovarono una stuoia, sollevata dava su un buco nella roccia contenente un teschio come quelli precedenti ma coperto da una grezza statuetta di legno rappresentante un uomo-pesce grottesco. Liscio riconobbe i teschi come appartenenti a goblin. Piuttosto confusi da questa scoperta il gruppo uscì dalla grotta per dirigersi verso il bosco dove Kajetan e Markus avevano avvistato tre strane colline dall'aspetto artificiale. Qui si accorsero essere tumuli funerari. Fabris, che aveva studiato storia, informò il resto del gruppo sull'antichità e lo scopo di queste tombe. Il norsmanno e il middenlandese cercarono freneticamente un'entrata per il primo tumulo, appena ebbero smurato la pietra d'ingresso con le loro forti braccia un urlo agghiacciante rieccheggiò per la vallata. Ragnar stava gridando aiuto, ma il suo signore era ancora lontano. I primi a raggiungerlo furono Fabris, Albrecht e Liscio che erano rimasti più vicini alle falesie. Ragnar giaceva riverso a terra vicino al letto del fiume, il suo correggiato era stato lanciato qualche metro più in là, i suoi occhi sgranati indicavano il suo profondo shock. I tre videro una sagoma scura lunga forse tre metri nuotare con la corrente a favore verso nord. Il tentativo di inseguirla risultò inutile. Fabris intanto cercò di far rinsavire Ragnar schiaffeggiandolo, poi offrendogli della birra. Arrivarono anche i due saccheggiatori del tumulo che presero coscienza della situazione. Ragnar non era ferito nel corpo, ma la sua mente era rimasta intaccata dall'orrore del fiume. Seppe solo dire che i mannari di Norsca eguagliavano in terribilità la creatura del Salz. Forse il vecchio eremita aveva ragione, un ancestrale orrore cosmico nuotava in quelle acque...


4 commenti:

  1. Grande narrazione... Ah, il fascino ineguagliabile dell'Impero!

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  2. Ti ringrazio! Sono felice che ti sia piaciuta, cercherò di riportare sul blog anche le prossime sessioni.
    Sì, l'Impero in guerra civile, se possibile ancora più tetro di oggi!

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  3. Lettura veramente gradevole, sono molto curioso di scoprire come procederà.

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  4. Ti ringrazio Zerloon.
    I vostri commenti mi spronano a continuare il resoconto :)

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