Sulla scia del mio precedente articolo sull'ispirazione, anche l'idea di questo popolo mi è venuta osservando una carta Magic. Si tratta di "Ghitu war cry" (ed. Urza's legacy) quindi, più o meno, potete immaginarli siffatti:
Quando arrivammo a Malvento sentimmo la molta calura del diserto dove era l'acqua amara e salsa, e per sette giornate c'erano solo asini selvatici molto belli, ma non trovammo né uomo né rifugio. Sappiate che in Malvento c'è sei diversi reami, ma tutti rispondono al Duce di Rocca Rossa, che è la città più bella e maggiore. Suoi frutti sono dattari, pistacchi e uno giallo spinoso assai.
Per la via è pieno di castella e ville murate per difendersi da scherani che vanno robbando e non li scampa né uomo né bestia: li vecchi uccidono, gli giovani ménagli a vendere per ischiavi.
Li uomini di questa terra sono barbuti e fieri, han bene tagliate le membra, gli occhi neri e il naso bene fatto. Sono molto begli cacciatori e vestono delle pelle che sanno conciare. Sono d'arme e fieri, ma sappiate che è mala gente micidiale...
- Dal diario di viaggio del mercante virocleo Antonio Serafìn
Fanfa: Dio dei venti, degli uccelli e delle nubi. È rappresentato come un terribile uccello antropomorfo e zannuto. Ha un carattere iroso come il tuono e lunatico come il tempo atmosferico.
Gaffa: Dio del deserto e protettore dei viaggiatori. È rappresentano come una testa di cammello dallo sguardo dolce e umanizzato. È benevolo e ama gli esseri umani.
Berlicche: Dio ctonio della guerra e dell'odio, è rappresentano come un volto truce e demoniaco dotato di un corno sulla fronte e la bocca spalancata irta di denti aguzzi. È comune, nella scultura, incastonare due rubini rossi negli occhi di Berlicche allo scopo di onorare il sangue versato. Questo accorgimento è d'uso soltanto nelle tribù che tengono in grande considerazione questo dio.
Ganzo: Dio del godimento, della sessualità e dei vizi. È rappresentato come un ometto smunto dal grande volto grottesco e sorridente. I suoi arti smagriti sono scolpiti per puntare in direzioni differenti dando un senso di dinamismo.
Gli dèi sono quasi tutti maschi, questo indica il forte maschilismo presente nella società malventica. Le festività sono molte e tutte ritualizzate tramite canti corali, danze frenetiche e urla cupe ed evocative.Non esiste una vera e propria Chiesa organizzata, gli sciamani sono tenuti in alta considerazione, ma non hanno un effettivo potere politico, semmai sono un collante della società intesa come gruppo etnico.Le altre religioni incuriosiscono molto i malventici, che sono deisti, ma ritengono i loro dèi gli unici degni di essere adorati. Quando scendono in battaglia credono che, in altri luoghi, le divinità dei rispettivi popoli compiano una battaglia parallela che avrà ripercussioni sull'andamento dello scontro terreno.Le persone credono in un mondo intriso di magia dominato da spiriti e dèi turbolenti e capricciosi. Sono comuni i sacrifici, sia umani che animali. Il livello tecnologico è basso, il ferro è raro e gli strumenti sono di legno, selce, pietra osso e bronzo. L'agricoltura è primordiale ed estentiva.I nobili possiedono titoli che non hanno un reale valore. Questi appellativi altisonanti non sono concessi da un monarca, ma dal popolo in armi tramite l'esaltazione del leader. Scalare le gerarchie sociali con le armi e il carisma è facile ma pericoloso. Nella società dei malventici non c'è perdono per il fallimento, possenti eroi ricchi e potenti decadono e muoiono nel giro di un giorno, le loro ossa sono lasciate a sbiancare al sole e i viandanti le calpestano con noncuranza.L'unica professione ritenuta degna di un uomo onesto è il pastore. Anche i più ricchi si prendono cura del proprio bestiame personalmente. Malvento è formalmente dominata dal Dux di Roccarossa, un titolo che viene passato da dominatore a dominatore nella città di Roccarossa, il centro di potere e lo snodo principale sede della tribù dei 'Rossu, il gruppo più potente e numeroso dell'area. Il Dux esercita il suo potere su un'area limitata, nel resto del paese deve scendere a patti con una miriade di capi locali. Anche se non si direbbe, la diplomazia a Malvento è la base di ogni rapporto, la guerra viene lasciata come ultima opzione. I rapporti diplomatici seguono un preciso e complicato codice fatto di doni e adulazioni. Il Dux ha formalmente diritto di richiamare gli uomini alle armi e di riscuotere tasse in natura, in realtà alcune zone mantengono una fiera indipendenza di fatto. La tecnologia necessaria per battere moneta è presente solamente in due zone del paese, una è Roccarossa, l'altra è la città di Arpèje, centro della tribù dei Cano.
Le tribù principali sono le seguenti:
Bardascii: Il cui colore tribale è il bianco. Si tratta d'una tribù minore schiacciata in una striscia di territorio a ovest. Ha per simbolo una maschera umana dai tratti stilizzati.
Cano: Il cui colore tribale è il blu. La tribù seconda per importanza, domina la città di Arpèje nel nord del paese. Ha per simbolo una mano destra aperto.
Kelli: Il cui colore tribale è il giallo. Tribù centro-meridionale, terza per importanza e grandezza, è in contrasto territoriale con 'Rossu. Ha per simbolo la testa di un uccello.
Lesti: Il cui colore tribale è il verde scuro. Una tribù minore meridionale. Ha per simbolo il teschio di un mitico animale cornuto.
Morgia: Il cui colore tribale è il verde-acqua. Una tribù settentrionale. Ha per simbolo la testa di un lupo.
'Rossu: Il cui colore tribale è il rosso. La tribù più grande e bellicosa di tutta Malvento. Rispondono al Dux di Roccarossa che si è autoproclamato Dòmine di Malvento. Ha per simbolo una bocca da cui fuoriesce una lingua.
Ciclicamente grandi unioni di tribù si uniscono sotto un grande leader per invadere i territori circostanti, le razzie possono colpire duramente e molto a fondo ma non riescono mai a mantenere il controllo del territorio. Il sistema giuridico è amministrato dai capitribù e dai loro gregari più carismatici e conosciuti. Anche se esistono compilazioni antiche scritte su tavole, la legge è applicata a discrezione di chi la applica.I maghi sono trattati con riverente rispetto e fortemente temuti. Può succedere che un gruppo di valenti cavalieri venga scompaginato dalla sola presenza di una minaccia magica.Gli eserciti di Malvento sono costituiti da pastori che si armano a proprie spese e il cui unico guadagno è la razzia. La tattica delle truppe dotate di cammello è quella della cavalleria leggera nomadica, la fanteria invece conta sulla potenza bruta e sul numero soverchiante.