La storia di Bretonnia
dal -1000 al 977
Di Ryan
Wileman
-1000 / -800 C.I.
Questo
periodo ha visto le terre, che sono state poi conosciute come Bretonnia,
abitate per la prima volta da esseri umani. Gruppi di cacciatori-raccoglitori
sono gradualmente migrati attraverso le Montagne Grigie dalle terre oggi
conosciute come l'Impero. Questi gruppi famigliari erano molto primitivi e in
quanto tali privi di "uniformità culturale". Il loro abbigliamento
consisteva in pellicce grezze, le loro armi erano di pietra e di legno,
essenziali nella costante lotta per la sopravvivenza contro le tribù nomadi
degli orchi e dei goblin che si erano già insediate in queste terre. Gli elfi
dei boschi, mentalmente chiusi, osservavano gli umani invadenti con curiosità e
con una certa preoccupazione, sebbene al momento venissero facilmente cacciati
dalla foresta, si resero conto che l'espansione e lo sviluppo di questi uomini
avrebbe portato, nel tempo, a nuove minacce.
Le genti che
si mossero in questa terra vennero chiamate collettivamente Bretonni, anche se
il nome non veniva ancora utilizzato da questo popolo per descrivere sé stesso.
La loro religione era troppo primitiva per essere confrontata direttamente con
quella di oggi, sebbene il culto della Madre Terra si evinca da alcune pitture
rupestri. In quanto tale, i Bretonni seguirono una primigenia incarnazione
dell'Antica Fede, confidando negli spiriti della natura e nelle entità
animistiche per la sopravvivenza e il benessere. I sapienti e le sapienti
furono i primi "druidi", figure rare di mistero e potere.
Oltre alla
migrazione da occidente, ci fu una limitata migrazione verso nord dalla
penisola a sud. Quelle genti potrebbero essere state costrette verso nord dalle
devastazioni degli skaven, gli uomini ratto iniziavano a invadere le terre oggi
conosciute come Estalia, perlustrando il territorio con scarsi successo in
cerca di malapietra .Oggi non sappiamo quasi niente dei primi coloni di
Bretonnia. I nani delle Montagne Grigie tengono alcune registrazioni nel
profondo delle loro roccaforti, così come gli elfi dei boschi della Foresta di
Loren, ma nessuno ha pensato bene di narrare gli uomini della terra dei loro
antenati. Alcune leggende druidiche potrebbero riferirsi alla gente di quel
tempo, ma questi racconti sono velati da allegorie e simbolismi. Sono stati ritrovati esempi di arte rupestre,
in particolare nelle grotte delle Pallide Sorelle e sul Massiccio dell'Orcal, alcuni circoli di pietre possono
provenire da questo periodo. Più interessante è la recente scoperta in una zona
desolata dell'Artenois, sei pietre
erette intorno un profondo lago all'interno di un gruppo di alberi nella
foresta. Ai margini settentrionali del lago c'è un cromlech, e dipinto sulle
pareti interne c'è quella che sembra essere una rappresentazione di una donna
coi fianchi larghi. Stringe due piccole figure umanoidi, mentre un bisonte, uri
e pesci morti stanno ai suoi piedi.
-800 / 0
C.I.
Questo
periodo vede le prime due vere tribù iniziare a emergere a Bretonnia, coi
cacciatori-raccoglitori nomadi che diventano stanziali e stabiliscono
un'agricoltura su piccola scala. I gruppi famigliari si fusero insieme intorno
alle aree fertile, come le valli fluviali di Grismarie, Sannez e Morceaux, e lungo le coste. Vennero
istituite gerarchie e si formò un artigianato specializzato. Le minacce esterne
degli orchi e dei goblin li incoraggiarono a riunirsi ulteriormente, con un
vasto numero di persona divenne più facile difendersi e la popolazione crebbe di
conseguenza. Con l'agricoltura arrivò la domesticazione degli animali, i
cavalli (forse rubati dagli elfi dei boschi), i maiali e i bovini venivano
allevati per il cibo e il lavoro. La metallurgia probabilmente iniziò per
influenza nanica. La dipendenza dalla terra per la sussistenza produsse una
maggiore fiducia nell'Antica Fede, ed è a questo punto che i druidi divennero
maggiormente importanti tra i Bretonni. Anche se alcuni culti di Taal, Rhya e
Ulric fecero la loro comparsa a nord, il ruolo dei druidi restò dominante. Essi
formavano un'importante classe all'interno della società, non erano
semplicemente leader religiosi, ma anche giudici e maestri. Anche se erano
affiliati alle tribù del paese, non erano legati a nessun capotribù, venivano e
andavano a loro piacimento creandosi intorno un'aura di potere e di mistero.
L'espansione e lo stanziamento delle tribù non passò inosservato agli elfi dei
boschi di Loren, che iniziarono a percepire la potenziale minaccia che della
civiltà umana portava al loro regno. Tentarono di avere un contatto coi
Bretonni attraverso i druidi, spaventandoli per farli stare lontano dalla
foresta e per fargli lasciare in pace gli alberi. I druidi non compresero pienamente
la natura degli elfi dei boschi, ma attraverso questa insidiosa superstizione,
gli elfi riuscirono a comunicare coi druidi allo scopo di aumentare il proprio
potere. Nei secoli successivi a questo periodo il potere dei druidi raggiunse
l'apice. Attraverso l'influenza elfica si resero conto che se le tribù fossero
cresciute in termini di popolazione non avrebbero più temuto e riverito la
natura, ma sarebbero partiti alla sua conquista. I druidi agirono per
sopprimere l'ascensione e l'alleanza tra le tribù, utilizzando la soggezione
che riuscivano a incutere, per mantenere lo status quo.
Durante
questo periodo tra i Bretonni iniziò a emergere una cultura distinta, i
manufatti esistenti mostrano uno stile peculiare che ha alcune analogie con
quello presente ad Albione al giorno d'oggi. Il metallo veniva lavorato con
eleganti modelli a spirale, sono evidenti animali fortemente stilizzati. La
guerra veniva condotta a cavallo e a piedi, con un certo uso di primitivi carri
di legno. Gli uomini si dipingevano con coloranti come il gualdo a imitazione
dei terribili guerrieri elfici che venivano di tanto in tanto intravisti dai
terrorizzati Bretonni.
Una famosa
reliquia di questo periodo è conservata al palazzo reale di Oisillon, chiamato erroneamente
"Elmo di Le Breton". Questo
elmo cornuto anticipa Gilles Le Breton di 1200 anni. Questo stupendo artefatto
è lavorato in oro e bronzo coi caratteristici disegni a spirale delle tribù dei
Bretonni di questo periodo. Un altro famoso artefatto di questo periodo è il
Calderone di Marguilles. Questo
impressionante pentolone di ferro è stato rinvenuto in un lago vicino alla
città che gli dà il nome, i calderoni sono noti per aver avuto un significato
simbolico tra i Bretonni. La parte anteriore del calderone mostra l'immagine di
un volto femminile che, anche se stilizzata, rappresenta comunica la sua
bellezza e l'aria temibile della sua indole. Gli studiosi l'hanno identificata
come la Dama, il cui culto è generalmente considerato essersi diffuso tra tutti
i Bretonni durante questo periodo. L'illustre e patriottico studioso imperiale
Galirus di Nuln, ha dichiarato che la Dama era la "rappresentazione antropomorfica d'un primitivo spirito acquatico,
simile a quello temuto dalla superstizione kislevita".
Figure leggendarie
Therouix
Diverse
canzoni racconta le avventure di questo eroe sfortunato, che combatté contro
numerosi mostri leggendari sulle Montagne Grigie. Egli trovò la morte per mano
dei compagni della sua tribù, che non lo riconobbero al suo ritorno a casa dopo
dieci anni dalla sua partenza.
Merhuil
Un
misterioso druido che si dice abbia in egual misura aiutato e terrorizzato i
più potenti guerrieri. I miti dicono che aveva un immenso potere e che conosce
i fatti prima che avvenissero.
Gringda
Una strega
che viveva da sola in una foresta circa dove oggi sorge Guisourex. Le storie narrano che aveva rapporti coi demoni e che
era la sorella di Merhuil.
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C.I.
L'inizio dell'Impero
di Sigmar segnò un periodo di scompiglio e di lotte per le genti del paese. Le
guerre di Sigmar contro i goblinoidi forzarono molti di loro a uscire dalle
terre dell'Impero, parecchi di questi presero la strada attraverso i Monti
Grigi. Questo provocò molte battaglie e razzie nelle fattorie dei Bretonni,
gettando nel caos lo stile di vita stanziale che molti avevano adottato. Nel 94
C.I., i registri imperiali dichiarano che l'Imperatore di quel tempo mandò un
delegato al popolo dei Bretonni per istituire legami commerciali e per
stringere un'alleanza contro i goblinoidi.
Comunque, ciò era chiaramente destinato a fallire, i Bretonni non parlavano con
una sola voce, i piccoli re che erano venuti a contatto con la comitiva
imperiale non si sarebbero fidati degli stranieri. Nel corso dello stesso
secolo gli umani scoprirono e attraversarono il Passo Nuvolone, la strada
attraverso Le Volte per la Tilea. Questa non deve essere stata la prima volta
che gli umani viaggiarono attraverso le montagne, ma questa volta segnò
l'apertura delle relazioni col sud del Vecchio Mondo. Le terre di Tilea e
d'Estalia sono state per secoli più avanzate rispetto a quelle del nord e
numerosi coloni esercitarono un'influenza culturale e sociale. Per almeno
cinque secoli essi migrarono verso il sud della Bretonnia, alcuni in fuga dai
saccheggi dei pirati arabi, dai predoni non morti e dagli skaven, mentre altri
si trasferirono nelle valli fertili per ragioni economiche. Le relazioni
commerciali furono istituite tra le tribù dei Bretonni, esse portarono alla
fondazione di Brionne e Quenelles sulle antiche rovine elfiche
che ne sono fondamenta. Malgrado l'aumento dei conflitti coi goblinoidi, così
come la creazione di colonie commerciali a sud, questo periodo vide alcuni
piccoli insediamenti crescere fino a città, tra cui Guisoreux e Couronne.
Come gli elfi dei boschi avevano predetto, l'influenza dell'Antica Fede svanì e
la gente iniziò ad adottare i nuovi dèi, poiché erano più attuali alla loro
esistenza. L'influenza dal sud del Vecchio Mondo portò nuove divinità, nello
specifico Morr, Verena, Shallya, Myrmidia e Ranald. Il susseguirsi di guerre
favorì il rinnovato culto degli dèi della guerra, con l'influenza di Ulric a
nord e di Myrmidia a sud. Fu particolarmente notevole l'influenza di Shallya (a
un certo punto del II secolo, a Couronne
avvenne un miracolo), furono scoperte le acque curative e i cittadini
iniziarono a fare offerte alla dea. La notizia ebbe diffusione a sud durante
gli anni seguenti e i pellegrini iniziarono a riversarsi al tempio che vi era
stato costruito.
Intorno
all'anno 100 si ha notizia di razzie sulla costa nord da parte di flotte di
navi spettrali. Scheletri sbiancati solcavano la terra comandanti da sinistre
figure avvolte in bende. Questi eventi sono richiamati nella leggenda di Vitran, nei quali l'eroe eponimo vedere
il suo intero villaggio massacrato o ridotto in catene dai non morti. Dopo
molte avventure si imbarca in un tenebroso vascello e aggredisce con una lancia
magica il comandante della flotta, il Re del Sepolcro: Settra. Ferisce Settra e
costruisce una buona via di fuga per fuggire con la sua famiglia. La leggenda
termina tragicamente quando sua moglie e suo figlio neonato vengono travolti
dalle onde nel tentativo di raggiungere la riva.
La
decrescente influenza dei druidi non era interamente consequenziale
all'accresciuta confidenza dell'uomo dinanzi alla natura. I capi dei Bretonni
rifiutarono il potere dei druidi, e il loro prestigio all'interno della società
calò lentamente. I re e i capitribù si basarono sempre di più sui loro seguiti
per avere un consiglio, bande di fidati guerrieri e consiglieri che formavano
una potente protezione contro chi pretendeva la loro posizione.
Fu ancora
più significativo che in questo periodo il culto della Dama del Lago raggiunse
il suo apice. Divenuta una parte fondamentalmente del pantheon dei Bretonni non
ancora unificato, rappresenta la terra natia e prende elementi da altre
divinità, in particolare quelli la cui influenza è declinante, come Rhya. La
Dama divenne un punto di riferimento comune intorno al quale i Bretonni si
potevano raccogliere contro gli orchi e i goblin che vivevano nelle foreste e
sulle montagne.
Fu un
periodo storico culturalmente ricco per il futuro di Bretonnia. Molte canzoni e
racconti tramandati nel corso dei secoli raccontano del coraggio delle genti
nel conflitto contro gli orchi. Nelle storie pervenuteci di solito gli eroi
erano in primo luogo leader e guerrieri. Erano spesso pii adoratori degli dèi,
in particolare della Dama.
I Bretonni
si orientarono maggiormente verso l'esterno, il contatto con l'Impero e con gli
stati del sud crebbe. Questo non era sempre amichevole, le Terre Desolate
videro numerose scaramucce tra il nascente Impero e i popoli della Bretonnia
settentrionale. Tuttavia il commercio tra l'Impero e la Bretonnia fiorì, ostacolato
soltanto dalla mancanza di unità tra quest'ultimi.
Figure famose
Questo
periodo è quello in cui i Bretonni hanno avuto molte figure di immenso
significato, riverite per le proprie gesta e ammirate per le proprie
caratteristiche. Molti di questi, e altri dai successivi secoli pre-Le Breton, sono stati più tardi adottati
come santi da vari culti nella Bretonnia unificata. esattamente quando le
gerarchie religiose hanno intuito l'importanza di questi agenti sacri mortali
agli occhi del popolo di Bretonnia. I libri di storia e l'epica vennero
esaminate alla ricerca di figure di rilievo, che sarebbero potute essere
considerate agenti degli dèi. Di conseguenza permettono a ogni religione il
mantenimento, e a volte l'allargamento, della propria sfera di influenza.
Alcune di queste figure agirono probabilmente sotto la volontà divina di uno
degli dèi, altri possono non averlo fatto. I motivi per la seguente
canonizzazione variano dalla devota ammirazione al cinico opportunismo.
Sonnus
Sovrano e
capo guerriero delle tribù dei Bretonni della costa ovest. È ricordato per il
suo coraggio nel respingimento dei saccheggi di Settra.
Franais
Una tra le
prime sacerdotesse di Tall, favorita e rispettata dalla gente fino a che non
denunciò la Dama. Si dice che sia scomparsa la notte stessa che compose il suo
famoso poema "La profezia di Franais",
oggi immortalato nelle canzoni dei menestrelli.
Vitran
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