Un ordine religioso di dervisci mendicanti conosce il
segreto del viaggio istantaneo, o almeno così si dice. Possono essere trovati a
elemosinare in tutte le città che circondano il deserto. Un ragazzino al
mercato dice di averli visti girare in cerchio, poi sono scomparsi nel nulla.
Qualcuno dice che seguendoli condurrebbero al luogo dove nascondono i loro
tesori. Un altro mistero è quello che vede questi religiosi disarmati andare in
giro per le terre selvagge, nessuno sa dove vivono ma sembra che conoscano bene
luoghi lontani, sebbene non mostrino mai segni di aver viaggiato molto.
L'ordine dei dervisci è maschile. Vivono in una moschea
magica sul Piano Etereo che raggiungono masticando una radice magica che cresce
in un'oasi speciale. Sono dei religiosi mendicanti e donano tutti i loro averi
ai poveri. Non sono violenti, ma si sanno difendere, però preferiscono la
diplomazia. L'ordine della "Santa disciplina dell'unità di tutti i luoghi
e di tutte le cose" ordina tuniche nere con fuschiacche bianche. I suoi
aderenti non portano armi e non indossano armature, hanno con sé solo un piatto
di latte per le elemosine. Portano la barba lunga ma sono curati e puliti, a
un'attenta osservazione si può vedere che hanno i denti macchiati di blu. Non
hanno tesori se non le poche monete raccolte in giornata. Parlano amabilmente e
rispondono alle domande, ma sono ambigui e fanno spesso riferimenti mistici a
"l'Unità" e alla "Trascendenza fisica per abbracciare il
Tutto". Quindi non sono molto d'aiuto per fugare dubbi.
Fanno rituali strani che gli permettono di sparire. Se dei
pg sono molto curiosi li portano dal loro capo. Seguono una pista nel deserto e
dopo un giorno di cammino, dove pare non soffrano caldo, sete e fame, arrivano
in una piccola oasi, ci sono alcune tende e non c'è nulla di particolare, se
non strane canne blu. Sono la fonte della radice Janda, masticarle è un modo
per entrare nel Piano Etereo, non sono una droga, e con un pezzo si può entrare
ed uscire dal Piano Etereo a volontà col proprio equipaggiamento per otto ore.
La radice ha degli inconvenienti: chi la usa entra nel Piano Etereo sempre via
la moschea dei dervisci, chiamata la Moschea dell'Eternità. Quando l'effetto è
finito si resta storditi e deboli e data la sua natura grezza deve essere
attivata tramite un rituale e tramite la concentrazione, inoltre è scarsa e
quindi viene custodita gelosamente. La sorvegliano sei guardie armate che sono
guerrieri formidabili.
I pg vengono invitati a mangiare e gli vengono servite
radici senza dir loro niente di preciso, se c'è una donna i dervisci dibattono
un po', ma alla fine la accettano. La radice ha un gusto pungente e agrodolce,
poi i dervisci chiedono ai pg di sedersi per terra, fanno un cerchio attorno a
loro e iniziano a cantare a voce bassa una preghiera dal ritmo ipnotico. Il
canto cresce e i dervisci saltano in piedi, immobili, per almeno un minuto, poi
sollevano il braccio destro e la gamba sinistra, iniziano a girare
vorticosamente e il canto diventa un grido, poi uno fa un fischio, al picco
della cerimonia avviene la scomparsa dall'oasi e l'apparizione nella Moschea
dell'Eternità. Se qualcuno entra senza masticare la radice non si troverà nel
luogo della moschea e sicuramente non riuscirà a trovarla da solo.
La moschea ha un pavimento di pietre colorate. Le parti
verdi sono smeraldo e giada, ci sono distese di lapislazzuli raggiunte da
strisce sottili di zaffiri, oro e rame punteggiano a macchie. Si tratta di una
gigantesca mappa del mondo conosciuto, ma ci vuole un po' per capirlo. La
moschea galleggia nel Piano Etereo in un punto fisso, è bellissima e misure
diverse miglia per lato. Il suo alto tetto di pietra poggia su una serie
regolare di spesse colonne di marmo bianco che formano una sequenza di lunghi
archi. C'è una luce fioca che proveniente da una fonte invisibile e misteriosa,
la calma è solenne. Fuori c'è il vasto grigiore etereo, dall'esterno l'edificio
è ancora più bello: marmo bianco puro e una cupole centrale brillante. Ci sono
molte arcate aperte distribuite regolarmente che consentono di uscire ed
entrare dalla moschea.
Chi vuole saperne di più deve incontrare il capo spirituale
dei dervisci: Mahmoud. Al centro della moschea c'è una cupola cavernosa
decorata con brillanti mosaici astratti, non c'è infatti alcuna
rappresentazione di esseri viventi in tutto l'edificio. Sotto la cupola la
mappa mostra la patria dei dervisci, poi si estende tra i colonnati in ogni
direzione. I dervisci portano i pg alla cupola dove sta un ordine di due
dozzine di uomini santi vestiti di nero, ascoltano diligentemente Mahmoud, che
è un chierico di alto livello. I dervisci lo chiamano "l'Eccelso",
siede su un trono di marmo, ha il corpo esile e scheletrico, in preda a un
deperimento incurabile, sta infatti sul Piano Etereo permanentemente per
sfuggire dalla sua agonia. Denti e labbra sono macchiati di un blu quasi nero
per via della radice Janda. Mahmoud è un uomo buono, un santo, guarirà i pg
gratuitamente e li benedirà. Li aiuterà come può, ma i dervisci non hanno
tesori od oggetti magici. Le decorazioni della moschea sembrano ricche, ma sono
tutte eteree. Chi prende qualcosa qui non lo troverà più sul Piano Materiale, e
sarà anche bandito a vita dalla moschea. La mappa permette di viaggiare
ovunque, basta camminare nel punto desiderato e tornare nel Piano Materiale.
Mahmoud deve approvare ogni suo utilizzo e lo approverà solo se è per una causa
santa, contro un male epocale. Poiché la mappa è imprecisa il luogo dove si
appare ha uno scarto di 1D10 miglia.
Spunto per avventure tratto da: The book of lairs II, TSR, 1987.